venerdì 11 dicembre 2009

Compromessi

Tanto tempo fa una persona nel primo pomeriggio di un'estate bella, davanti a fiori e pezzi di mura antiche, mi sorprese confessandomi una profonda ammirazione per la mia strenua volontà di negazione verso qualsiasi compromesso.
Rimasi stupefatta ed anche un pò perplessa per quella dichiarazione.
Non mi ero mai interpretata con quella chiave di lettura.
Ho creduto, in un tempo successivo, di aver di fatto imparato ad accettare taluni compromessi inevitabili per la sopravvivenza.
Ho scoperto, in un tempo ancora successivo, quanto di fatto abbia pagato nella vita quella incapacità di accettare compromessi.
Quella persona, dopo tanti anni, ha irrimediabilmente tradito la mia fiducia, rubandomi parti di me che mai più riavrò.
Quella persona era mio fratello.

giovedì 3 dicembre 2009

Hopi

Gli Hopi non si fanno fotografare nè riprendere.
Gli Hopi non permettono che si fotografi il paesaggio che li circonda.
E' sacro. Non si può rubare. Non puoi portartelo via.
Gli Hopi celebrano i propri riti nelle cantine, in privato, senza grandi clamori, senza troppa notorietà.
Altrimenti arrivano i bianchi e rubano anche quello.
Gli Hopi bruciano the sage nell'aria per tenere lontani gli spiriti maligni.
Gli Hopi non hanno quasi nulla. Solo le loro piante di mais.
Gli Hopi non amano la guerra.
Gli Hopi ti guardano con una certa timida curiosità.
Più che altro si domandano cosa diavolo faccia lì un bianco, per di più straniero.
Gli Hopi sorridono quando sorridi loro.
Gli Hopi ti prestano il loro bagno privato se ne hai bisogno.
Le ragazze Hopi sono bellissime.
Ed io sono stata felice con loro.

Ho trovato l'America

Ed in certi momenti mi tornano alla mente vaste distese desertiche.
O quasi.
Il pallore di lembi sabbiosi del Mojave, stesi come le risacche marine fino alla strada.
Anzi, fino al-La Strada.
Il rosso cotto della Monument Valley, schiacciato sotto i piedi nudi, per sentire d'essere un pezzo unico, piantato lì.
E poi la pietra calpestata del Canyon de Chelly, liscia e amichevole, e la luce abbagliante del Deserto Dipinto.
Tagli negli occhi.
Il rumore del vento, come la parola di chi ti saluta non conoscendoti.
Percorro miglia. Miglia di memoria ed immagini.
Arrivo ai motel dalle insegne cadenti ed al silenzio di ghost town che bruciano la pelle.
Non desidero altro.
Mi tuffo in quella pace, in quell'eterna e silenziosa bellezza.
E continuo a chiedermi il motivo di tanto affannarsi, di quell'affannarsi che non comprendo.
Il dispendio energetico di certe inutili, piccole, meschine lotte per un pezzo di nulla in più.
A me bastava solo quello.

sabato 28 novembre 2009

Le porte non sono solo dei passaggi.
Sono anche tagli nel muro.

domenica 22 novembre 2009

Non si vive di sole pene.
Ho piantato un piccolo seme in un minuscolo vasetto.
Ho versato acqua ogni giorno in quel mucchietto di terra.
Non ci credevo.
Pensavo fosse inutile.
E oggi ho visto sbucare un piccolo germoglio pallido.
E' così delicato che solo a sfiorarlo con la punta del polpastrello ho avuto paura di fargli male.
Mi domando come farò a proteggerlo.
Come lo manterrò per farlo crescere robusto e forte?
E' così piccolo...
Mamma, papà, andiamocene via.
Andiamo via di qui.
Sarà come uno di quei lunghi viaggi in macchina che facevamo quando ero bambina.
Sulla 127 celeste. Ed io ero sdraiata sul sedile posteriore e mi divertivo ad alzare solo una gamba immaginando i passeggeri delle macchine dietro la nostra guardare la gamba sola spuntare dal nulla.
E voi eravate ancora abbastanza giovani e sani.
Papà aveva le mani grandi e forti e le spalle dritte. E la mamma era così bella con quel sorriso bianchissimo.
Venite, andiamo via di qui.
Non va più bene per noi questo posto.
Non abbiamo più niente da fare qui.
Andiamo dalla nonna e dallo zio.
Giocheremo tutti a scala quaranta e lo zio ci preparerà il risotto, buono come lo faceva lui.
E rideremo di nuovo tutti assieme.
Senza preoccupazioni, senza dolore.
Solo tutto quell'amore che avevamo.
Venite con me.
Prendete le mie mani, io non ho paura.
Purchè si sia insieme, io non ho paura.
Mamma, papà, andiamocene via.

domenica 15 novembre 2009

Malori

Morsa agghiacciante nello stomaco.
La sensazione che nulla riesca a funzionare davvero.
Come quando la carta si inceppa nella stampante.
E qualcosa che sale su dall'interno.
Come un pugno che si fa strada dalle viscere alla gola.
Se solo riuscissi a tramutarlo in lacrime e farlo uscire dagli occhi.
Immobilità priva di piaceri ed aspettative.
Come quando pensi sia la fine.

Tristezza

Sono colta da infinita tristezza.
Sento tutta la vacuità di questa esistenza senza fini.
Ogni giorno me lo domando.
Perchè?
Ma trovo solo risposte piccole, come certi raggi di sole troppo deboli ed incapaci di trapassare davvero la coltre nebulosa del grigio.

venerdì 6 novembre 2009

Conversazioni BDSM

xxx - Ma tu li leggi mai i racconti sm? -
ML - Uhmm, no veramente no. -
xxx - Sono tutti uguali, sono sempre tutti ambientati in castelli.-
ML - Ah -
xxx - Sì, non lo sai? Tutti i bdsmer abitano in un castello. Siamo pieni di castelli e tutti abbiamo un laghetto con i coccodrilli dentro. Ed è pieno di nobili. Sono tutti nobili -
ML - Eh, non dirlo a me...-
xxx - O se non è un castello è una villa con tutta la servitù. Tipo Roissy. Ma tu ci sei mai stata a Roissy? -
ML - No, non mi pare proprio di esserci capitata -
xxx - E' un cazzo di paesino dove non c'è nulla. Niente. Una piazzetta con una chiesa e basta. Stop. Fine del paese. Che per prenderti una birra devi arrivare fino a Parigi -
ML - Ma tu pensa... -
xxx - Eh sì. Sono tutti uguali -

Fame

C'è tanta fame nel mondo.
Fame di cazzo.
Fame di figa.
Li vedo agli angoli delle strade virtuali mendicare sciatti un pezzetto di carne.
Io ho solo fame di parole.

A Lucia

Vuoi essere un luogo comune con me?
Potrei aprirti i miei palmi e mostrarti che c'è solo un pò di colla appiccicata.
Quando si gioca con i ritagli di tempo ci si può anche sporcare.
E' divertente guardarli parlare mentre hanno ancora la bocca piena. Di nulla.
Mi spoglio dei sensi per te.
Scusami, ma è la mia lingua migliore.
La indosso solo nei giorni di festa.
A te, perchè parli i silenzi con me.
A te, perchè giochi con le labbra curve.


Vorrei essere un luogo comune.

Make love your goal

Delle persone amo certe estrose radicalità.
Intollerante alla moderazione.
Sono già tanti i rigori di questa vita limitata.
Ma in quelle radicalità si può nuotare, come in un guazzabuglio di esuberanti risultanze, fino a toccare un fondo morbido e sabbioso.
Make love your goal.

Chissà

Faranno meglio quelli che si perdono dietro la irrilevanza di certi attimi privi di qualsiasi significato?
Faranno meglio quelli che "tutto pur di apparire", anche se le sembianze assunte sono quelle di una gallina arruffata?

Amori estivi

Chi li ricorda gli amori estivi?
Quelli adolescenziali, che duravano il tempo del sole, della sabbia e del sale sulla pelle, del fresco delle notti a guardare stelle cadenti.
Amori con il sapore dell'eterno, che sembravano destinati ad una immortalità, umana solo a quell'età.
E poi, finito il tempo dell'estate, al ritorno nelle città, alle proprie abitudini, dopo milioni di promesse d'infinito, ci si perdeva per infittirsi nella folla di un'altra vita e si tornava ad essere gli sconosciuti dei marciapiedi quotidiani.
Ho avuto il piacere di vivere un amore adolescenziale estivo in quest'epoca di post-post-adolescenza, quasi matura.
E' stato un amore fatto di palpitazioni e di gioia crescente. Di sogni e parole grandi, troppo grandi anche per chi si finge adulto.
Uno di quegli amori con la luce negli occhi ed il sorriso bianco della complicità nascosta agli sguardi, eppure desiderosa di mostrarsi e scoppiare nel palcoscenico banale di una terrazza notturna.
E' stato un amore di risa ed acqua fresca di una cascata nell'arsura estiva.
Un amore di pelle dorata.
Di silenzi e baci, rubati ad un tempo troppo veloce.
Ed anche se nella mia persona di romantico è rimasto solo il ricamo di certe lenzuola, mi sono concessa il piacere di tacitare certe asperità caratteriali, autolegittimata dalle ferie che mi ero presa dalla vita.
Ma poi, proprio come in quegli amori adolescenziali estivi, si parte.
Si va via.
E per quanto vicino sia, sempre lontano è.
Ed io amo allontanarmi quanto più possibile.
Ed al ritorno nulla è più come poteva essere.
Lo senti, lo sai. Lo sapevi anche prima, ma non importa.
Si è diversi al ritorno da qualcosa. Da qualsiasi cosa.
Il qui e ora impone una diversità per ogni istante trascorso.
Ed io amo essere diversa quanto più possibile.
Ma mai, per nulla al mondo, avrei rinunciato al mio amore adolescenziale estivo. Pur nella consapevolezza della sua giovane morte.
E se qualcuno me lo chiedesse, ancora oggi, io non potrei che sorridere in quel modo bianco e complice ripetendo il suo nome.
Amore.


Interrogativo

Cosa spinge una zanzara a svolazzare in giro di questi tempi?

La menzogna

Non mento.
Non mento perchè non ho abbastanza rispetto per "gli altri".
Non mento perchè mi piace che la violenza della verità si abbatta sul mio prossimo.
Perchè mentire significa: "Ho paura di quello che pensi di me, ho paura delle conseguenze".
Mentire è talvolta un atto di amore.
Ma il piacere dell'espressione che scovo negli occhi di chi subisce lo schiaffo della verità è un'emozione cui non voglio rinunciare.
Posso fingere di non sapere. Nell'attesa del momento migliore per schiudere i palmi e sprigionare quell'energia straordinaria.
Non mento.
Perchè io non ho paura.





giovedì 5 novembre 2009

Scoperte

Ed io che pensavo di avere ormai raggiunto una visione piuttosto chiara delle relazioni umane e dei rapporti interpersonali ho dovuto ricredermi sulla natura di certi apprendimenti.
Di recente ho, infatti, avuto modo di conoscere in diversi contesti alcune persone che mi sono apparse sorprendentemente interessanti.
Sorprendentemente perchè ultimamente, o forse dovrei dire invecchiando, diventa sempre più cosa rara l'interessanza delle persone.
In ogni caso, in ciascuno di questi incontri ho investito una certa porzione di me, rivestendo la piacevolezza dell'incontro di una, seppur minima, aspettativa e cioè quella della piacevolezza medesima.
Mi riferisco in particolare a ben tre persone conosciute nell'arco di quattro mesi, ciascuna delle quali con le proprie diverse peculiarità. Menti brillanti, ben pasciute dall'ironia, dote che apprezzo incommensurabilmente.
Si rideva, scherzava, giocava con le parole, si andava a cena fuori o a far gite in campagna. Tutto molto bello, molto piacevole, molto luminoso.
Ed in tutte e tre le ipotesi ho manifestato la mia gioia nell'aver incontrato qualcuno con cui condividere tempo e pensieri.
Mi sembrava di per sè già un notevole valore.
Ebbene, dopo neanche troppo tempo, variabile a seconda della persona, tutti e tre hanno palesato la loro intenzione di avermi e scoparmi.
E non mi riferisco a tre persone tutte di sesso maschile.
Al mio gentile e momentaneo rifiuto tutti e tre hanno reagito nel medesimo modo: acidità, evidente orgoglio offeso, piccole cattiverie ed infine sparizione.
Pensavo che ad una certa età si potessero superare certe stronzate da adolescenti brufolosi e pippomani e godere dapprincipio della piacevolezza di altre cose.
Invece no, il desiderio di possesso, sempre quello che fu prealessandrino, resta trasversale. Attraversa ogni età e sesso.
Credo che da questa scoperta in poi, prima di darla ancora ne deve passare di acqua sotto i ponti.
Certo, a meno che non mi si presenti un angelo...