sabato 6 marzo 2010

E' giusto questo freddo.
Trovo che sia davvero giusta l'aria gelida di questa notte.
Se fossi stata invasa dal profumo delicato di certi piccoli fiori gemmati sugli alberi avrei provato un certo disappunto.
Così invece si rivela l'armonia tra esterno ed interno.
Quel gelo che mi cristallizza in un dolore immobile, crudo.
Quello stesso tratto di strada percorso assieme, quasi tutte le notti, sino a ieri, in ogni stagione.
Quello stesso tratto di strada buio che mi era piacere nel cammino precedente al nostro letto.
Su quel pezzo di strada stanotte ero sola. E lo sarò ancora e ancora e ancora.
Doveva essere freddo. Doveva proprio esserlo.
E avrei anche voluto piangere, per sentirmi le lacrime raggelarsi sul viso.
Sarebbe stato ancora più evocativo di quella sensazione mista di morte e purezza.
Morte della purezza. Purezza della morte.
Ci vuole tempo.
Ci vuole sempre quel maledetto, dannato, tempo.

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